La relazione di Fassino: «Questo Governo non è provvisorio, il Pd è una necessità per il Paese»

Da IlSole24Ore.com, la relazione di Fassino per capitoli

«Questo non è un Governo provvisorio», così Piero Fassino avverte l’opposizione presente al PalaMandela al Congresso Ds appena aperto. Nella sua relazione il segretario ricorda la sconfitta della precedente esperienza dell’Ulivo a Palazzo Chigi. «Decisivo è che ci sia un attore politico che viva nella società», dice , un attore in grado di promuovere sintesi e condivisione. Per questo, sottolinea «occorre mettere mano a quest’opera di innovazione del Paese. Dobbiamo dare all’Italia non un partito in più, ma un partito nuovo».

Il segretario appena proclamato e riconfermato con il 75% dei consensi parla del cambiamento epocale che la politica e il Paese stanno attraversando e indica il Partito democratico quale risposta a queste esigenze.

Il Partito democratico, necessità storica
«Diamo vita al Pd non per un’esigenza dei Ds o della Margherita o di un ceto politico. No, il Pd è una necessità del paese, serve all’Italia». Il segretario Ds evidenzia la necessità del partito «nuovo per un secolo nuovo». Un partito, afferma «non moderato o centrista, bensì progressista, riformista e riformatore».

Il Pd e la sinistra
«Il Partito democratico non rappresenta davvero la fine della nostra storia. Quei valori per cui la sinistra è nata, è vissuta e vive sono più attuali che mai, più necessari che mai. Socialismo e sinistra sono parole di cui il mondo ha ancora bisogno. Parole che noi intendiamo continuare a pronunciare». «No – prosegue – non arrotoliamo le nostre bandiere, ma le portiamo nel Partito democratico».

L’adesione al Pse
«È del tutto naturale – dice Fassino – che un grande partito riformista, quale vuole essere il Pd, trovi collocazione là dove si riuniscono le altre forze riformiste europee, che nella stragrande maggioranza sono socialiste e socialdemocratiche». Il segretario sottolinea la necessità di «un rapporto forte e strutturato con il Pse». «Se si ha l’ambizione di unire il riformismo europeo non si può eludere il rapporto organico con quella famiglia socialista che ne rappresenta il 90%»

Il Pd e i cattolici
«Una delle ragioni non ultime del Pd è proprio offrire un grande soggetto politico, riformista e progressista a credenti e non credenti, abbattendo definitivamente storici steccati e aprendo così una nuova stagione della democrazia italiana». Fassino evidenzia che l’unita politica dei cattolici, presente ai tempi della Dc, «non c’è più ed è aperta davanti a noi la duplice possibilità di vedere il grande patrimonio di tensione morale e cultura politica del movimento cattolico o reinvestito in un grande progetto democratico, come il Pd, o invece tentato dall’idea di trasformarsi nel riferimento identitario e nella base elettorale di un partito conservatore di massa».

Le primarie
«Per innovare la politica proporremo nello Statuto del Pd norme che prevedano il ricorso alle primarie per la scelta di candidati a incarichi elettivi; che anche nel Pd si introduca il limite nel numero dei mandati a incarichi dirigenziali; che tutti gli incarichi dirigenziali siano a voto segreto, che si applichi la parità di rappresentanza di genere e si apra con coraggio l’accesso di nuove leve a funzioni dirigenti».

ll processo costituente
«Prepariamo per l’autunno l’assemblea costituente del Pd, eletta dai cittadini sulla base del principio una testa-un voto. E proponiamo che lì si vari il testo aggiornato e emendato del manifesto, si adotti uno statuto del partito e si lanci la fase finale di costituzione in tutti i comuni italiani delle strutture di base del Pd, fissando la convocazione del congresso di fondazione entro la primavera del 2008, in modo da presentare il nuovo partito già alle amministrative parziali del prossimo anno».

Il comitato promotore
«Fin da domani il processo di costruzione del Pd dovrà decollare con la costituzione del comitato promotore nazionale presieduto da Romano Prodi»

La leadership
«La scelta della leadership del Pd, in coerenza con l’intero impianto aperto di un partito dei cittadini, dovrà essere affidata, al momento opportuno, al voto individuale e segreto di tutti coloro che si riconoscono nel Pd».

La riforma elettorale
«Mettere mano a una riforma elettorale che restituisca a questo Paese stabilità e governabilità é una assoluta priorità». Serve, dice il leader Ds «una riforma che sia frutto di un’intesa tra maggioranza e opposizione e sia sostenuta da un ampio consenso parlamentare». Cinque le priorità attorno alle quali costruire l’intesa: «Conferma della democrazia dell’alternanza, affidando agli elettori la scelta, con il voto, della coalizione che debba governare; restituzione agli elettori del potere di scegliere gli eletti, preferibilmente attraverso collegi uninominali; meccanismi che consentano stabilità alla maggioranza; soglie di accesso e regole parlamentari per la riduzione della attuale frammentazione; equilibrio di rappresentanza tra uomini e donne»

A Enrico Boselli
«Gli aspetti su cui oggi lo Sdi solleva dubbi e obiezioni potranno essere tanto meglio chiariti e risolti se i socialisti faranno valere le loro proposte nella costruzione del Pd». «Ci auguriamo quindi che la costituente socialista possa essere non già una forma di autoisolamento bensì uno strumento di aggregazione di forze socialiste in vista di una loro partecipazione al Pd».

L’appello alle minoranze
Fassino rivolge un ultimo appello alle minoranze congressuali ed in particolare ai militanti che le hanno votate, a non alimentare nuove divisioni e offre un appuntamento futuro nel quale valutare insieme il percorso del Partito democratico.
«Alle compagne e ai compagni che hanno votato la mozione Mussi esprimendo contrarietà al Pd, non chiedo di rivedere o revocare le proprie opinioni. Chiedo di essere impegnati con noi, e con le loro idee, le loro proposte, le loro suggestioni critiche, nella costruzione del nuovo partito».
Rivolto all’altra minoranza, quella capeggiata da Gavino Angius, ricorda che chi ha votato per la terza mozione ha inteso «sottolineare l’esigenza di introdurre correzioni e integrazioni al percorso fin qui condotto: proposte in buona parte condivisibili e che intendiamo raccogliere». Per questo, a loro «chiedo di far valere le loro proposte nel cantiere del Pd».

A Massimo D’Alema
«Chiederò alle più autorevoli personalità del nostro partito, a partire dal compagno Massimo D’Alema, di essere ancor di più al mio fianco per esercitare insieme e al meglio l’attività dirigente in un passaggio così cruciale».

La sinistra nella storia, da Gramsci a Berlinguer
«Se guardiamo a tutta la nostra vicenda storica – dice- la lezione che traiamo é proprio questa: conoscere la realtà per trasformarla. Questo ci ha insegnato il pensiero, tuttora fecondo di Antonio Gramsci. Questa continua a essere la lezione morale e politica di Enrico Berlinguer, l’uomo degli strappi, delle vie inesplorate, della navigazione in mare aperto».

Da Lama a Pio La Torre
Il segretario Ds rivendica la «funzione nazionale» svolta dalla sinistra in 150 anni di storia. «Penso alla lotta al fascismo, alla Resistenza, alla scrittura della Costituzione, alla costruzione della Repubblica. Penso alla rinascita industriale e al contributo alla salvezza del paese negli anni ’70, come fece Luciano Lama». Fassino ricorda anche la lotta al terrorismo e «all’impegno contro la mafia, simboleggiato dal sacrificio, proprio 25 anni fa, di Pio La Torre, a cui sabato il nostro congresso renderà onore».

19 aprile 2007

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