Spesso si dice che nelle campagne elettorali ci sono due risorse scarse: il tempo e il denaro. In misura crescente vi è, invece, una terza risorsa scarsa, l’attenzione delle persone. Partiti e candidati si trovano a competere non solo tra loro, ma anche per attirare l’attenzione delle persone, per dire qualcosa che sia significativo per gli elettori che, nella maggior parte, seguono distrattamente le vicende politiche se non con un evidente distacco.
Per questo motivo è in corso una vera e propria guerra di “parole” che dovrebbe seguire una buona massima: “Il messaggio è il destinatario”. Troppe volte i messaggi politici vengono scelti e comunicati a partire dagli obiettivi e dall’analisi dell’emittente (che sia il partito o il candidato), ma ci si dimentica che il vero significato lo darà chi riceve il messaggio, il destinatario. Scelto bene il destinatario e compresi i suoi codici comunicativi si può passare alla scelta dei mezzi più adatti.
Il messaggio non è semplicemente un insieme di poche parole, ripetute frequentemente, si tratta di molto di più: è l’argomentazione alla base della campagna. Si tratta dell’argomento centrale, la ragione per la quale gli elettori dovrebbero scegliere un partito e non uno dei suoi avversari.
Marco Cacciotto
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