Una mia analisi tratta da http://www.ilsole24ore.com dell’8 febbraio 2007
Veronica e Azzurra: quando il gossip serve alla politica
Negli ultimi sette giorni il privato dei politici ha avuto un ruolo rilevante nel dibattito e nella copertura mediatica della politica. Abbiamo assistito dapprima alla richiesta pubblica di scuse da parte della moglie di Berlusconi, Veronica Lario, e poi alla smentita pubblica di Casini di una presunta crisi con Azzurra (con tanto di querela ad un sito internet di informazione).
Si tratta di un fenomeno definito “privatizzazione” che rappresenta un cambiamento considerevole per il nostro Paese non abituato all’esposizione da parte dei media di questioni personali degli esponenti politici .
Seguendo la regola del “meglio definirsi che essere definiti” anche da noi, ormai, sono gli stessi politici a fare “outing”, ad usare elementi della vita privata come parte della strategia di comunicazione. Casini ha voluto smentire pubblicamente un “gossip” che ormai circolava da tempo e rischiava di diventare realtà. In altri casi si può cercare di anticipare una notizia prima che diventi pubblica (ad esempio l’aver fumato in passato uno spinello).
Ma come e perché si è arrivati a questo? I politici esprimono, ormai, la loro personalità attraverso le forme dominanti della comunicazione televisiva, usando uno stile più colloquiale, diretto e semplice; ampio spazio viene dedicato agli aspetti personali e familiari. Si tratta di un fenomeno che non è più esclusivamente statunitense ma che ha coinvolto nell’ultimo decennio in misura crescente il Vecchio Continente. Negli Stati Uniti fu lo scandalo del Watergate a porre fine alla discrezione dei media. In Germania l’evento che ha segnato la rottura della regola di non raccontare fatti privati di un politico senza il suo consenso è stato la cosiddetta “guerra dei Rose”, quando Gerhard Schröeder (a quel tempo premier della Bassa Sassonia) e la sua terza moglie Hiltrud si separarono nella primavera del 1996.
In Italia sono le immagini rubate a Casini da “Eva Tremila” (titolo in prima pagina: “Nudo il cattolico Casini: ci mostra l’onorevole popò e altro”) il 29 luglio 1995 a sancire, come sostiene Novelli nel suo libro “Turbopolitica”, “l’ingresso ufficiale della politica nel regno del gossip e della cronaca rosa”.
Il sempre maggior spazio dedicato all’intrattenimento rispetto all’informazione ha portato alla crescita nel numero dei talk show televisivi. La popolarità di questo format televisivo ha contribuito a rendere pubblico il privato e i politici sono sempre più desiderosi di usare i talk show non politici per presentarsi all’elettorato. Clinton, ad esempio, ne ha fatto l’arma vincente nella sua prima corsa alla presidenza degli Stati Uniti nel 1992. E’ un fenomeno crescente anche in Italia e, un caso eclatante, è stato la partecipazione di Piero Fassino alla puntata del 22 ottobre 2005 della trasmissione “C’è posta per te”, condotta da Maria De Filippi, dove il segretario dei Democratici di Sinistra ha incontrato la sua tata di quando era ragazzino e che non vedeva più da allora.
Nella costruzione dell’immagine di un politico, accanto alle strategie legate alle issue, vi sono quelle legate allo sviluppo di uno stile di leadership, di una personificazione del candidato e all’identificazione con le principali aspirazioni dell’audience.
La personificazione si riferisce al tentativo, da parte del candidato, di personificare un determinato ruolo. Ad esempio il candidato può tentare di comportarsi in maniera tale da essere percepito come una brava persona oppure come un manager efficiente. L’identificazione si riferisce, invece, al tentativo, da parte del candidato, di simbolizzare quelle che si ritengono essere le principali aspirazioni dell’audience.
Si tratta di una strategia della “personalizzazione” che risponde a funzioni come l’umanizzazione, l’emozionalizzazione e la ricerca della notorietà. L’umanizzazione ha lo scopo di rendere più vicini i politici agli elettori (“lui come me e te”), di dimostrare che sono persone comuni e, di conseguenza, possono comprendere i problemi della vita quotidiana dei cittadini. L’emozionalizzazione ha, invece, lo scopo di creare nuovi legami tra elettori e mondo politico attraverso il ricorso a sentimenti ed emozioni; agli elettori vengono offerti stili di vita ed atteggiamenti.
La ricerca di notorietà rappresenta un’arma a doppio taglio per i politici: la celebrità porta all’attenzione da parte dei media (si tratta di uno dei principali criteri di selezione giornalistica), ma allo stesso tempo sono i media a creare celebrità (l’apparire in televisione può far diventare rapidamente famosi) e l’attenzione permanente dei media diventa fondamentale per mantenere lo status di celebrità una volta che è stato conseguito. Utilizzando aspetti privati nella costruzione della loro immagine, i politici si espongono, però, ad ulteriori incursioni nella loro sfera privata da parte dei media.
E’ rischioso affidarsi alla visibilità e alla notorietà mediatica come elementi sostitutivi di una buona strategia di comunicazione e di un posizionamento coerente: un’arena aperta alla vista di milioni di individui espone continuamente i leader al pericolo di perdere il controllo della propria immagine e, di conseguenza, la credibilità. La credibilità che è una risorsa fondamentale molto difficile da riconquistare una volta persa.
8 febbraio 2007
mi pare che la tua analisi colga un punto decisivo: gli elementi della vita privata devono essere parte, non surrogati, della strategia comunicativa. poi, per come la penso, questi dovrebbero costituire una percentuale minima nella costruzione della propria immagine. ecco perchè diventa indispensabile saper gestire l’ingerenza dei media nel privato ogni volta che essa si manifesti. se si è capaci di gestire le invadenze mediatiche, allora la propria immagine non risulterà intaccata, anzi. silvio berlusconi ha dimostrato in più occasioni di essere capace. in quest’ultima vicenda, ad esempio, messo alle corde ha confezionato una lettera di risposta di rara perfezione. detto per inciso, tuttavia, mi pare che la copertura mediatica della vicenda abbia superato i limiti. io capisco il circolo vizioso mediatico, non sono ingenuo, ma le cinque pagine sul corriere della sera dedicate all’evento non mi lasciano tranquillo..a presto.