COSA SUCCEDEREBBE CON NUOVE FORMAZIONI POLITICHE?

Un mio articolo tratto da IlSole24Ore.com

A partire da oggi si tengono i congressi dei Democratici di Sinistra e della Margherita, anticipati da una settimana di polemiche intorno ai sondaggi che danno il nascente Partito Democratico tra il 23 e il 25% in caso di elezioni. Ancora una volta le intenzioni di voto sono utilizzate in modo improprio per fini tattici e viene scambiato il dato dell’Ulivo con quello di un partito che non è ancora nato e che, molto probabilmente, dovrà confrontarsi in un contesto caratterizzato da una nuova legge elettorale e da una differente offerta politica.
A questo proposito Lorien Consulting ha effettuato una interessante ricerca che si inserisce nell’ambito dell’Osservatorio Politico Nazionale curato dallo stesso istituto e che sarà pubblicata nel numero di maggio della rivista Formiche.
In caso di elezioni i dati nazionali non si discostano da quelli pubblicati in questi giorni da diversi istituti: il centrodestra ha un considerevole vantaggio nei confronti del centrosinistra ed otterebbe in questo momento una schiacciante vittoria. Particolarmente premiata risulterebbe Forza Italia, che con il 28% avrebbe quasi cinque punti percentuali di incremento, mentre all’interno dell’Unione è penalizzato l’Ulivo, che con il 26,3% perderebbe cinque punti percentuali rispetto alle elezioni politiche dell’anno scorso.
Risulta evidente che il risultato attribuito al Partito Democratico corrisponde all’attuale risultato dell’Ulivo.
Non si conoscono ancora, infatti, i contorni precisi del PD: oltre a Ds e Margherita entreranno altri partiti? Chi sarà il leader? Quali saranno i temi e i messaggi chiave? Saprà caratterizzarsi come qualcosa di veramente nuovo? Quale il simbolo e, quindi, il brand?
Ci sono troppe incognite per fare una valutazione che vada oltre la misurazione di un semplice potenziale.
Tuttavia, insieme a Lorien Consulting ho voluto fare un esperimento: ipotizzare una differente offerta elettorale in seguito ad una legge che, con uno sbarramento del 5%, costringa i partiti ad aggregarsi. Insieme al direttore di ricerca e amministratore delegato dell’istituto, Antonio Valente, abbiamo ipotizzato il formarsi delle seguenti nuove aggregazioni:
• Partito delle Libertà, composto principalmente da Forza Italia e la maggioranza di AN;
• Partito Democratico, composto principalmente da Ds e Margherita;
• Polo cattolico di centro, in grado di aggregare le forze che si riconoscono nel sistema valoriale cattolico e che sono composte da esponenti provenienti dall’esperienza democristiana;
• Polo “di sinistra”, aggregazione dei soggetti che si collocano alla sinistra del partito democratico;
• Partito di destra sociale, composto principalmente da quanti in Alleanza Nazionale rifiutano l’ingresso in un partito moderato che aderisce al partito popolare europeo;
• Polo laico (radicale, socialista e liberale), come luogo di riproposizione di un filone della cultura politica nazionale attualmente disperso in una miriade di forme di rappresentanza;
• Movimento ambientalista, svincolato dai legami ideologici e dal collegamento alla sinistra
• Polo autonomista, composto dalla Lega Nord, ma non solo.

Questa configurazione rappresenta una razionalizzazione della tendenza, che è in corso, degli attuali partiti alla scomposizione e ricomposizione, che potrebbe essere aiutata da una legge con sbarramento elettorale (nella domanda abbiamo ipotizzato il 5%). La prima evidenza è caratterizzata dalla maggiore predisposizione degli intervistati a rispondere. Rispetto alla domanda con la configurazione attuale dei partiti la percentuale dei rispondenti sale del 10%, toccando il 70% degli intervistati.
La seconda è caratterizzata dalla presenza di due partiti/aggregazioni: il partito della libertà con il 30,2% ed il partito democratico con il 27,3% si contendono il primato. Le “terze forze” si ritagliano uno spazio tutt’altro che marginale: il polo di centro di ispirazione cattolica con il 14%, che rappresenta l’approdo e l’obiettivo del progetto di aggregazione dei moderati da parte di Casini (ma non solo), seguito dal polo di sinistra (11,6%), che dovrebbe nascere dalla convergenza di Rifondazione Comunista, Pdci e una quota minoritaria dei Ds che fa riferimento a Mussi,
A completare lo scenario il polo di destra sociale e la forza autonomista, entrambi al 6,1% e, infine, ed un’area ambientalista al 2,1% e la formazione laico-socialista, che si assesterebbe al 2,5%. Al momento non sembra, quindi, esserci spazio per una formazione di ispirazione laica e socialista. Tuttavia si tratta di un’area elettorale che non ha una forte opzione di rappresentanza e che andrebbe, quindi, testata a fronte di un progetto e della formazione di una nuova forza politica credibile.

Questo scenario simulato sembra mostrare una difficoltà di entrambe le due aggregazioni maggiori: il Partito Democratico prende poco più dei due partiti che lo promuovono (e un punto in più rispetto all’Ulivo); il partito delle Libertà raccoglie molto meno della somma di Forza Italia e Alleanza Nazionale.
Oltre alla simulazione, il risultato è legato però a due fattori importanti: il processo di aggregazione nel centrodestra non è ancora cominciato e quindi il partito della libertà è ancora meno caratterizzato rispetto al PD; gli elettori di centrodestra tendono in misura maggiore a scegliere i partiti rispetto a quelli del centrosinistra che sono più “coalizionali”. La formazione di un Partito delle Libertà sembra, inoltre, dar vita a consistenti flussi in uscita verso destra (destra sociale) e verso il centro (polo cattolico di centro).
Si tratta, naturalmente, di un esperimento che risente del fatto che le aggregazioni e la creazione di nuove forze politiche sono appena cominciate. Tuttavia vale la pena di ripeterlo e di valutare attentamente flussi e potenziali di crescita delle nuove formazioni alla luce degli accadimenti dei prossimi mesi.

2 risposte a "COSA SUCCEDEREBBE CON NUOVE FORMAZIONI POLITICHE?"

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  1. come scrivi tu stesso si tratta di analisi premature…non conosciamo l’anima del pd, né i confini del partito della libertà, ecc ecc..tuttavia possiamo prevedere con una certa sicurezza che i due grandi futuri partiti unici, sommati, non saranno in grado di configurare un sistema bipartitico tout court..e questo è un bel problema. mi permetto inoltre di criticare la vostra ipotesi per cui un proporzionale con soglia al 5% sia in grado di favorire le aggregazioni partitiche…ne sarei contento, ma ne dubito…infine una curiosità: come mai collocate il movimento ambientalista al di fuori di un soggetto della sinistra radicale? ad oggi francamente non vedo una prospettiva di questo genere…a presto, magneticfield.

  2. Come premesso si tratta di un esperimento. Andrà ripetuto con l’evolversi del sistema partitico. Il partito democratico può dar vita, infatti, ad un vero e proprio effetto domino.
    Per quanto riguarda i due grandi partiti dipenderà dal sistema politico: in altri paesi ad avere la maggiornanza sono partiti con il 30-35%. Si è scelto il 5% semplicemente per dar l’idea di uno sbarramento reale. Con il 5% in questo momento passerebbero solo Ulivo, Forza Italia, AN, Udc, Rifondazione Comunista e Lega. Quest’ultima sarebbe a rischio in caso di sbarramento nazionale e non regionale o locale.
    L’analisi ha valuto rappresentare le famiglie politiche: il movimento ambientalista è molto composito e non riconducibile semplicemente alla sinistra radicale.

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