Entrambi i leader conoscono gli effetti che i sondaggi possono avere sul clima di opinione e li stanno usando per la loro campagna. Ieri il leader del PD nella prima tappa del suo tour ha parlato di una «rimonta impressionante» del Pd sul Popolo delle Libertà. Veltroni non ha citato sondaggi , «ma – ha detto – la distanza che divide il Pd dal Pdl è appena di 6 punti», sottolineando il fatto che solo nell’ultima settimana il Partito democratico ha recuperato due punti. Oggi ha replicato il leader del Pdl, che in un’intervista al «Giornale» si è detto convinto di essere ancora in netto vantaggio sul Pd. «Attenzione ai sondaggi fasulli – ha spiegato Berlusconi – bisogna stare attenti perché‚ si stanno artatamente diffondendo dati fasulli». In particolare il leader del Pdl afferma che «non è vero che il Partito democratico sia al 35% e non è neanche vero che Di Pietro sia al 6%. I sondaggi di cui disponiamo lo danno sotto il 3%». La sinistra, secondo Berlusconi, «diffonde dati che non esistono. Ma noi abbiamo fiducia nel buon senso degli italiani».
Nonostante il Pdl si affanni a smentire i dati del PD mi pare che la sensazione, nell’opinione pubblica, sia effettivamente quella che vede un recupero di Veltroni. Veri o verosimili che siano i sondaggi, dunque, mi pare che la strategia del PD (che punta ad ottenere un effetto bandwagon) stia pagando. Almeno per il momento.