José Luis Rodriguez Zapatero governerà la Spagna per altri 4 anni, ma continuerà ad avere bisogno dell’appoggio esterno di altri partiti. Le elezioni politiche spagnole hanno decretato una vittoria netta del Psoe, che aumenta i suoi deputati ma non riesce a raggiungere la maggioranza assoluta di 176 seggi, fermandosi a 169, e una sconfitta chiara del Partido popular (Pp) di Mariano Rajoy, che però riesce a crescere nel numero di seggi, passando da 148 a 153. I due maggiori partiti, Pp e Psoe, si sono affermati a scapito dei catalani di Convergencia i Uniò (undici seggi), dei comunisti di Izquierda Unida (due), del Partito nazionalista basco (6), della Sinistra repubblicana catalana (3) e del Blocco nazionalista gallego (due). Due seggi anche alla Coalizione delle Canarie e uno ciascuno a Unione per il progresso e la democrazia e ai baschi di Nafarroa Bai. Alle elezioni politiche del 2004 il Psoe aveva ottenuto 164 deputati, e il 42,6% dei voti, il Pp 148 seggi con il 37,64%.
Le cifre indicano anche una flessione dei piccoli partiti in questa elezione molto bipolare. Convergenza e Unione (CyU), nazionalisti moderati catalani, aumenta i seggi da 10 a 11. Il Partito nazionalista basco (Pnv) perde un seggio (da 7 a 6). Gli indipendentisti catalani di Erc perdono 5 degli 8 seggi, mentre Izqierda Unida (IU, estrema sinistra) passa da 5 a 2 seggi. Erc e IU hanno sostenuto il governo di Josè Luis Rodriguez Zapatero nella trascorsa legislatura. Il premier si era in determinate occasioni appoggiato anche a CyU e al Pnv.
I risultati delle elezioni spagnole
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