Più di due milioni di disoccupati in Italia: è la prima volta dal marzo del 2004 che l’Istat rileva un numero così elevato di senza lavoro. A ottobre il tasso di disoccupazione è salito all’8% dal 7,8% di settembre. Il numero delle persone in cerca di lavoro è di 2.004.000, in aumento del 2% ( 39mila persone) rispetto a settembre e del 13,4% ( 236mila) su base annua. Il tasso di disoccupazione giovanile – aggiunge l’istituto di statistica – a ottobre è aumentato al 26,9% dal 26,2% di settembre.
Sono 14.741.000, con un aumento di 210.000 unità rispetto all’ottobre 2008, gli ‘inattivi’, che per la statistica sono i non occupati che nelle quattro settimane che precedono l’indagine non hanno effettuato neanche un’azione attiva di ricerca di lavoro (categoria ampia che include gli studenti, le casalinghe, ma anche i cosiddetti ‘scoraggiati’, cioè i disoccupati di lungo corso che ormai non cercano più lavoro perché si sono convinti che non lo troveranno). Il tasso di inattività è pari al 37,4 per cento, invariato rispetto al mese precedente e in aumento dello 0,4 per cento su base annua.
Penalizzata l’occupazione femminile. Infatti l’occupazione maschile a ottobre 2009 è pari a 13.801.000 unità, con un incremento dello 0,2 per cento rispetto al mese precedente ( 31 mila unità) e una riduzione dell’1,5 per cento (-217 mila unità) rispetto al corrispondente mese dell’anno precedente. L’occupazione femminile raggiunge le 9.298.000 unità, con una riduzione rispetto a settembre dello 0,3 per cento (-30 mila unità) e dello 0,7 per cento (-67 mila unità) rispetto ad ottobre 2008.
…Un disastro di proporzioni epocali.
E purtroppo qui non devono nemmeno difendersi da attacchi o obiezioni. Nessuno gli dice niente.
Loro nascondono, evitano e mentono. La disinformazione regna sovrana: nessun tg parla delle centinaia di aziende in cassa integrazione, delle decine che chiudono e dei milioni di lavoratori licenziati.
Fino a che punto arriveremo? Siamo arrivati ad un concetto di normalità paranormale. Ormai digeriamo tutto, e per la gente comune tutto questo è “normale”, appunto.
Servirebbe qualcuno che cambi il punto di vista. Ma forse ho sbagliato paese… 🙂
Sorvolo sul dibattito inesistente sulla vera emergenza del nostro Paese, ma il problema è più ampio: gli attuali leader appartengono culturalmente al secolo scorso. Nuove sfide, richiedono nuove soluzioni.
E questo non riguarda solo l’Italia.