Il cavaliere solitario di Pierluigi Battista (www.corriere.it)
Silvio Berlusconi ha un vero, grande nemico in questa campagna elettorale: lo scoramento del suo popolo. Un misto di disincanto e di rassegnazione che, se pure non si traduce nella scelta dello schieramento avversario, alimenta una fortissima tentazione astensionista…una legge costante di questa nevrotica Seconda Repubblica: si vince solo se si trascina ai seggi il popolo riluttante che esprime con la minaccia dell’ astensione la propria disillusione. Nel 2001 il centrosinistra perse perché molti dei suoi, scontenti e sconcertati, disertarono le urne. Nel 2006 Berlusconi sfiorò una vittoria che sembrava impossibile perché nel rush finale toccò le corde giuste per mobilitare un elettorato stanco e depresso. L’ astensionismo è l’ arma più micidiale in una democrazia in cui sono rari i passaggi espliciti da un campo a quello opposto. Già Albert O. Hirshmann aveva identificato nell’ «uscita» del proprio elettorato, nella tentazione di ritirarsi e di abbandonare a se stessa una leadership deludente. Il nuovo protagonismo di Berlusconi ha lo scopo di tamponare l’ emorragia delle «uscite», ma anche le manchevolezze di un partito impacciato e afasico. Uno contro tutti, ancora una volta.
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