Social network e partecipazione

Intervista sul Corriere della Sera di oggi a pagina 6, articolo di Benedetta Argentieri e Andrea Galli sul ruolo dei social network nella comunicazione politica…

Per il sì oppure per il no o ancora per l’astensione, fate come volete ma fatelo sapere. Twitter. Le email. Facebook. I blog.(…) «Da noi è un trend cominciato con le scorse elezioni amministrative» sostiene Marco Cacciotto, docente di Marketing politico alla Statale di Milano. Video creati dai cittadini, fotomontaggi, elaborazioni grafiche d’ogni sorta. «La creatività diventa un grandissimo strumento di mobilitazione. E sono gli stessi utenti che mandano agli amici link e generano opinione» . Ma il vero ingrediente è l’ironia. «Far sorridere è tutto» . Perché per la prima volta è cambiata la maniera di far campagna. E il suo pubblico. «Per molti anni» , prosegue il professor Cacciotto, «si è pensato che si vince sfruttando gli anziani. Adesso è fondamentale investire su una generazione per anni messa da parte. I giovani» . I giovani. I quali, vero, non scendono più in piazza. Quanta poca gente, almeno rispetto alle attese, l’altro giorno a Roma in piazza del Popolo per la chiusura della campagna a favore dei referendum. Drappelli anziché un esercito per un motivo preciso. È stata scelta la piazza virtuale. Dopo Facebook (17,8 milioni di utenti in Italia), Twitter comincia a piacere. E proprio ieri, le parole iohovotato e referendum2011 erano le più inviate. A spedirle politici, attori, cantanti. Un mare di appelli «a prescindere dalla preferenza» . Resta fin troppo ovvio che la Rete non fa miracoli, la realtà è un’altra cosa, e quelli siamo. Avviso ai naviganti di Paola Verdat: «Votato alle 11 io e mia madre… 80 anni… si è dovuta fare le scale a piedi, xkè il seggio era al primo piano… ma ascensore guasto…» .

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2 risposte a "Social network e partecipazione"

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  1. Sono un elettore del PdL (Ex DC) e ho votato SI’ al 2° e 4° Quesito.Sono per gestione privata della rete idrica ma con maggiori controlli e trasparenza e sono arrabbiato per quello che è successo in Parlamento sul “processo breve”.

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