Per anni le nostre abitudini casalinghe sono state regolate dal palinsesto. Persino la cena veniva a coincidere con il tg, giusto per condividere le notizie della giornata a tavola. Per anni il nostro rapporto con la tv è stato regolato da una specie di orario dei treni: a volte impreciso, a volte ballerino, ma pur sempre orario; se mancavi l’appuntamento il programma era perduto, difficile riprenderlo.
Adesso le cose stanno cambiando, in maniera radicale. È vero, come predicano i guru della comunicazio ne, che siamo alle soglie della scom parsa del palinsesto? La tv è pronta a poter fare a meno di quella griglia temporale che per mezzo secolo l’ha caratterizzata come principio ordina tore? Di scomparsa del palinsesto si par la da anni. Almeno dall’avvento del le prime tecnologie domestiche che hanno consentito di «addomesticare il flusso», di renderlo docile alle pro prie esigenze, ai ritmi della vita quo tidiana: il videoregistratore, prima, il masterizzatore poi. Ma prima di gridare al salto di qualità facciamo un passo indietro per capire le logiche che hanno governato l’età del palinsesto (da Corriere della Sera)
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