Il vincitore è….

In una situazione di grave crisi economica il centrosinistra non riesce ad aumentare i consensi: non solo non mobilita i suoi elettori, ma non risulta credibile agli elettori delusi e scontenti. Il centrodestra conquista le maggiori regioni, ma non può dormire sonni tranquilli: la prossima volta la delusione degli italiani potrebbe rivolgersi contro la coalizione di governo.Si annuncia una lunga campagna elettorale
Vi invito a leggere l’analisi di Marcello Foa

“Ma neanche il Carroccio guadagna voti” di Marcello Foa

La Lega ha vinto le regionali, eppure non ha guadagnato elettori. Anzi, rispetto alle europee del 2009 ne ha persi. Duecentomila per la precisione. Un calo che riguarda tutti i partiti e che si spiega in buona parte, ma non solo, con l’astensione, aumentata dell’8%.
A fotografare la situazione è l’Istituto Cattaneo di Bologna, che ieri, a tempo di record, ha elaborato non le percentuali, già note lunedì sera, ma i voti effettivamente espressi dai cittadini; i numeri assoluti, insomma. E li ha paragonati con le precedenti elezioni.
Rispetto alle amministrative del 2005 la Lega guadagna 1.370.000 voti e l’Italia dei Valori 1.227.000; arretrano invece il Pd, meno due milioni, e il Pdl meno un milione, che si riducono a 400mila, estrapolando i 600mila persi nella Provincia di Roma da cui la lista è stata esclusa.
Ma cinque anni sono tanti, l’Italia nel frattempo è cambiata. Il confronto politicamente più significativo è con le Europee del 2009. E il quadro cambia (….)
Solo tra qualche giorno si conosceranno con esattezza i flussi tra un partito e l’altro, ma secondo il politologo Roberto D’Alimonte, «ha vinto queste elezioni non chi ha conquistato nuovi elettori, ma chi è riuscito a tenersi i propri o a perderne meno degli altri».
Quello di domenica, insomma, sarebbe stato un voto di conservazione e non di conquista, che segnala la scomparsa della «smobilitazione asimmetrica» che aveva caratterizzato sia le amministrative del 2000, che quelle 2005, quando la vittoria fu determinata dalla capacità di motivare il proprio elettorato di base. «Dieci anni fa il Polo vinse 8 a 6 perché i suoi simpatizzanti erano agguerriti, mentre quelli di sinistra apparivano disamorati – osserva il politologo – nel 2005 gli stati d’animo si invertirono e il centrodestra subì una delle sue sconfitte più cocenti, perdendo 11 a 2» (…)
Anche Marco Cacciotto, docente di Marketing politico e Public affairs all’Università degli Studi di Milano, invita a riflettere sulla sfiducia trasversale nei confronti dei partiti e che, tra l’altro, si traduce nel successo del movimento di Beppe Grillo, soprattutto nelle regioni rosse, come in Emilia Romagna, dove arriva al 7%. E ritiene che sia la sinistra a uscire sconfitta da queste elezioni. «Il Pd e i suoi alleati dovrebbero chiedersi com’è possibile che dopo 15 anni di Formigoni non riescano nemmeno a impensierire il centrodestra in Lombardia. E lo stesso accade in Veneto…».
Cacciotto percepisce un deficit di credibilità nell’opposizione e ha «l’impressione che la maggior parte dei cittadini non abbia fiducia nel centrosinistra». Come dire: finché il Pd resta in queste condizioni, senza una forte identità e privo di un leader carismatico, Berlusconi e Bossi continueranno a vincere.

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