Oggi sono citato su D di Repubblica (pag.145 e 146). Un articolo su cosa fa uno spin doctor e come si può diventarlo. Da noi lo spin doctor viene sovrapposto al consulente politico, allo strategist. Quest’ultimo è il mio mestiere, ma mi “arrendo” alla definizione comune (anche nel doppiaggio delle serie televisive).
I consulenti politici sono ormai diventati protagonisti di quella che ho definito come fast politics: una politica mediatizzata che richiede una comunicazione permanente, la capacità di comprendere a fondo le caratteristiche dei differenti media, di comunicare e rispondere in modo veloce in uno scenario dove web, telefoni cellulari e notiziari 24 ore su 24 permettono di diffondere un messaggio a milioni di persone in pochi secondi. I consulenti politici forniscono consulenza e/o servizi a candidati, partiti e altri soggetti (amministrazioni, imprese, organizzazioni, individui) che operano all’interno della sfera pubblica. Non si tratta semplicemente di comunicatori o esperti di marketing che temporaneamente si occupano di politica: un consulente politico deve svolgere una parte prevalente, in termini sia di tempo sia di fatturato, della propria attività fornendo consulenza e servizi che non riguardano solamente le campagne elettorali e di comunicazione (campaign consulting), ma anche le politiche pubbliche (policy consulting), il management strategico del processo decisionale pubblico e la gestione di specifiche problematiche (public affairs).
Lo spin doctor si occupa principalmente di trovare i messaggi e le parole giuste per inquadrare (definire) al meglio le questioni: un lavoro rivolto ai media e all’elettorato. Un lavoro che è un’arte, ma ha una sua base scientifica.
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