Segnalo una interessante analisi di Alesina e Giavazzi su uno dei temi che dovrebbe essere al centro dell’azione di governo: l’esclusione dei giovani dal mondo del lavoro. Un problema comune in molti Paesi occidentali, ma che da noi è più acuto. E che riguarda tutta l’Italia: anche al Nord la partecipazione dei giovani alla forza lavoro è più bassa. I giovani vivono con i genitori più a lungo, si sposano più tardi, fanno meno figli, non accumulano contributi per la loro pensione. Non solo, ma molti studi dimostrano che lunghi periodi di disoccupazione da giovani hanno conseguenze permanenti sulla carriera lavorativa perché rendono le persone meno impiegabili. In Italia l’attesa media per trovare il primo lavoro è 33 mesi contro 5 negli Stati Uniti.
Qualche numero:
– In Italia, nella fascia d’ età fra i 16 e i 24 anni, solo un ragazzo su quattro lavora: in Germania, negli Stati Uniti e nella media dei Paesi europei, uno su due.
– La partecipazione alla forza lavoro in questa fascia di età è il 30 per cento in Italia, contro il 51 per cento in Germania, 41 in Francia, 56 negli Stati Uniti. La disoccupazione giovanile è oltre il 25 per cento in Italia a fronte del 19 per cento nell’ area Euro, 18 per cento negli Stati Uniti, 10 in Germania.
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