Il Sole 24 Ore mette in evidenzia il miracolo Washington Post che, in tre anni, è passato dall’orlo del fallimento a macinare nuovamente profitti.
E’ la dimostrazione che innovazione tecnologica e giornalismo di qualità possano e debbano andare di pari passo. Il primo passaggio nel rilancio l’assunzione di un’ottantina di figure tecniche: programmatori, web analyst, big data analyst, web designer e video editor. Tutti piazzati nell’enorme newsroom per lavorare fianco a fianco con i giornalisti, in modo da costruire storie sempre più multimediali, in grado di catturare nuovi pubblici (con linguaggi e contenuti innovativi) e moltiplicare i contatti sulle piattaforme distributive più eterogenee.
Ci sarebbero molte lezioni per i nostri quotidiani gelosi dei propri contenuti e che in alcuni casi fanno pagare le edizioni digitali quanto se non più del cartaceo:
- distribuzione dei contenuti sulle piattaforme social e versione mobile ultraveloce
- creazione di 62 newsletter tematiche
- ogni notizia viene declinata in decine di modi diversi e valorizzata dalla distribuzione su canali di ogni tipo.
- l’abbonamento annuo costa 36 dollari dopo una prova gratuita di 6 mesi
Il credo del nuovo gruppo dirigente del “Post” è: giornalismo multimediale di qualità distribuito su canali digitali innovativi e redditizi dal punto di vista pubblicitario. Tutto questo continuando a puntare sul giornalismo d’inchiesta e di qualità.
il “Post” è tornato a macinare profitti e si prepara ad assumere una sessantina di nuovi redattori, per rafforzare la propria newsroom durante una presidenza Trump che sicuramente darà parecchio materiale per inchieste e approfondimenti.
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