Una delle buone regole del marketing è legata alla capacità di catturare l’attenzione degli elettori tracciando una chiara differenza con gli avversari.
L’elezione di Elly Schlein sicuramente può portare il Partito Democratico ad assumere una identità chiara e caratterizzante che è mancata a lungo. Finisce l’era del partito a vocazione maggioritaria o piglia-tutto (secondo la definizione di Otto Kirchheimer), vediamo se nascerà un partito “classico” o innovativo e legato ai modelli di successo del ventunesimo secolo.
L’altro elemento da considerare è il mercato elettorale. C’è spazio per il partito che si incomincia a delineare? Gli ingressi dall’astensionismo e gli elettori recuperabili dal Movimento Cinque Stelle bilanciano ampiamente le probabili perdite tra gli elettori moderati? Quanto è il mercato potenziale?
Se il nuovo Partito Democratico aspira a tornare al governo non può che partire dai numeri. E non solo dai numeri suoi, ma da quelli raggiungibili insieme ai possibili alleati. Non dimentichiamoci che da sempre l’area di centro destra è più ampia di quella di centro sinistra.
Detto questo credo che si apra un importante ed utile riallineamento del sistema dei partiti nel nostro Paese.
Ho usato termini legati al marketing politico, ma si tratta di scelte politiche, di scelte strategiche.
Ma come sa bene chi ha studiato (o lavorato) con me, l’analisi del sistema competitivo è elemento distintivo della logica di marketing applicata alla politica. Se utilizzato ed interpretato correttamente, il marketing non può essere separato dalla natura stessa della contesa politica.
Ci vorrà tempo per capire se il nuovo posizionamento del Partito Democratico sia efficace o meno, la strategia opera nel medio lungo periodo e richiede un costante ascolto dei bisogni e dei desideri (e anche delle paure) dei cittadini.

Rispondi